La vera sorpresa di questo precampionato è, senza dubbio, la Ferrari. La nuova SF15-T ha il sapore e la freschezza di una boccata d´aria rivitalizzante, se paragonata alla goffa e mai competitiva F-14T.
Kimi Raikkonen, al volante della SF15-T, sembra un pilota ritrovato e rinato, Sebastian Vettel, invece, sta impressionando persino i detrattori dell´epoca Red Bull per la sua pignoleria tecnica con cui prepara la propria monoposto e con cui interagisce con il team. Entrambi i piloti, dal punto di vista delle capacità di guida, non debbono dimostrare nulla, essendo tra i migliori piloti al mondo (5 titoli mondiali in due possono bastare). Anzi, è proprio la Scuderia Ferrari, assieme a Mercedes, a poter vantare, in questo senso, i migliori piloti dello schieramento.
La scuderia di Maranello, come accennato, ha sorpreso tutti, appassionati, addetti ai lavori e, soprattutto, avversari. Nessuno si attendeva, infatti, una SF15-T così veloce.
Il programma di test della Ferrari, infatti, ha marciato regolare, senza gravi intoppi. La vettura si è dimostrata affidabile e veloce. Il miglior tempo è appannaggio di Raikkonen, grazie al suo 1:23.276 ottenuto sabato 28 febbraio. Vettel, al contrario, non è andato oltre 1:23.469 conquistato domenica 1 marzo.
La SF15-T sembra altra musica rispetto alla F-14T: più veloce, dal motore più potente, più bilanciata. Inoltre, palesa una invidiabile affidabilità, pregio che ha permesso al Cavallino di completare intensi cicli di test. In tutto, Raikkonen e Vettel hanno ultimato un totale di 833 giri, prendendo in esame le due sessioni di test svoltesi sul circuito di Montmelò.
Lo staff tecnico del Cavallino James Allison, Simone Resta, Mattia Binotto, Lorenzo Sassi può dirsi, alla vigilia del Gran Premio inaugurale della stagione, molto soddisfatto, benché Mercedes e Williams, sul giro secco (la Mercedes anche sul passo gara), sembrino avere quel qualcosa in più nel taschino.
Dietro a questo, virtuale (e sottolineiamo virtuale) terzetto di testa, troviamo la Red Bull. Il team anglo-austriaco ha tutt´altro che impressionato nel corso dei test precampionato. Il miglior tempo fatto segnare dalla Red Bull, in quel di Barcellona, rimane 1:24.574 di Daniel Ricciardo; Daniil Kvyat, proveniente dalla Toro Rosso, non va oltre 1:24.941. Ancora tutto da decifrare il reale valore della Red Bull RB11-Renault, frutto del lavoro dello staff tecnico diretto da Adrian Newey, Rob Marshall, Dan Fallows, Paul Monaghan, Pierre Waché.
Se la lotta al vertice sembra circoscritta, apparentemente, a Mercedes, Williams, Ferrari e, per la serie mai dire mai, Red Bull, alle loro spalle delineare con precisione i valori in campo è impresa ardua. La Lotus E23-Mercedes, affidata a Pastor Maldonado e Romain Grosjean, ha ben figurato nei giri spot-qualifica, fermando il cronometro su 1:24.067 (Grosjean) e 1:24.348 (Maldonado). Sebbene la monoposto dia la sensazione di una ritrovata competitività rispetto alla fallimentare E22-Renault del 2014, non pare possa contrastare con tenacia le migliori vetture.
Sauber C34-Ferrari (Felipe Nasr e Marcus Ericsson) e Toro Rosso STR10-Renault (Carlos Sainz Jr. e Max Verstappen) incarnano altre gradite sorprese di questo precampionato. Felipe Nasr, al volante della vettura svizzera, è autore di un eccellente 1:24.023. Le incoraggianti prestazioni delle due scuderie in questione evidenziano, in modo particolare, i progressi compiuti da Ferrari e Renault circa lo sviluppo dei rispettivi motori.
La Force India VJM08-Mercedes (Nico Hulkenberg e Sergio Perez), ultima monoposto a presentarsi ai test precampionato dopo un ultima, fugace apparizione della VJM07 del 2014, appare vettura sincera, già capace, dopo pochi chilometri, di attestarsi quale miglior tempo sul 1:25-1:24 alto.
In alto mare naviga la McLaren Mp4/30-Honda. Fernando Alonso, Jenson Button e Kevin Magnussen (terzo pilota, chiamato in sostituzione dell´infortunato pilota di Oviedo) hanno dovuto affrontare un precampionato davvero in salita. Pochi i giri ultimati (fatta eccezione per i 100 passaggi portati a termine da Button il 27 febbraio), miglior tempo di Magnussen in 1:25.225 ed una marea di problemi tecnici, da guarnizioni difettose a perdite d´olio, passando per reiterate rotture della cosiddetta power unit Honda. Problemi che (sarà un caso) hanno suggerito al team di Woking di sostituire, nei giorni finali dei test catalani, la MGU-K nipponica con quella impiegata lo scorso anno. Verosimilmente, troveremo una McLaren, a Melbourne, sulla difensiva, probabilmente a chiudere lo schieramento.
Dal punto di vista tecnico, le Formula 1 2015 rispecchiano i canoni già conosciuti nel 2014 e si propongono quale logica evoluzione ed affinamento delle monoposto del passato anno. I musi molto bassi, come tutti noi sappiamo, sono frutto di una rivista regolamentazione in tal senso, la quale fa sì che abbiamo, di fatto, tre correnti di pensiero: musi in stile Mercedes-Lotus, musi in stile Ferrari-Sauber-Force India-McLaren, musi in stile Williams-Toro Rosso-Red Bull, questi ultimi molto simili nella sezione frontale a quello visto sulla McLaren Mp4/29 del 2014.
Continua l?affinamento aerodinamico attorno a questa nuova generazione di monoposto Turbo, il tutto, come sempre, orientato alla ricerca della massima deportanza a fronte di una sempre più bassa resistenza aerodinamica, obiettivi non sempre perseguibili contemporaneamente.
Interessante, infine, sarà il lavoro di sviluppo attorno ai motori ( termico e componenti ibride, MGU-K e MGU-H). Quest´anno, come noto, i team hanno a loro disposizione 32 gettoni di modifiche, da giocare anche a campionato in corso. Modifiche pur sempre all´interno di un regolamento molto restrittivo che , finalmente, possono concorrere ad un eventuale sovvertimento dei valori in corso d´opera. Questi gettoni, purtroppo, diminuiranno già a partire dal 2016, sino ad annullarsi del tutto, seguendo una tabella di marcia già dettata dalla FIA e che porterà al congelamento integrale dei motori. Confidando in cuor nostro che FIA e team si ravvedano.
Il progresso compiuto dai tecnici sulle power unit ha portato ad un incremento del regime di rotazione delle unità termiche. Si parla di un picco di 1000 giri guadagnati.
Come sempre, aerodinamica in prima linea; il lavoro dei tecnici si orienta e si orienterà verso, anzitutto, un affinamento generale continuo delle vetture, quindi verso logici adattamenti aerodinamici in base alle esigenze di carico che i diversi tracciati richiedono.
La stagione 2015, in definitiva, si presenta molto incerta.
I test, come sempre, offrono indicazioni, anche precise. Il responso dei Gran Premi, tuttavia, è insindacabile, spietato, veritiero.
Come ogni anno, il bellissimo tracciato di Melbourne (Albert Park) verrà tacciato di poca affidabilità: un tracciato che, secondo la massa, non costituisce un palcoscenico probante e indicativo circa la reale competitività delle vetture. In realtà, non è così. Il circuito australiano, oltre ad essere uno dei più belli e completi del Mondiale di F1, rappresenta un banco prova non indifferente per vetture e piloti.
Verso Melbourne, l´attesa è agli sgoccioli.
Scritto da: Paolo Pellegrini